Con il patrocinio del Comitato Regionale Veneto per le Celebrazioni del Centenario della Grande Guerra

 

 

L’iniziativa rientra nel programma ufficiale delle Commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Struttura di Missione per gli anniversari di Interesse Nazionale.

 

 

 

Campo di Volo Austriaco di Cirè di Pergine

 

 

 

L'aeroporto del Cirè (in tedesco: Flugplatz Cirè) era un aeroporto militare strategico, oggi non più esistente, posto a quota 440 m s.l.m. nei pressi dell'omonimo paese. Si trova a 3 km da Pergine Valsugana, nelle vicinanze delle pendici del Monte Marzola (1 096 m) e del Monte Celva (998 m), dominata a sud dalla Cima Vezzena (1 908 m) e a ovest dal Gruppo di Brenta e dal Monte Calisio (1097 m)

 

 L'ultimo decollo di un aereo, fu nel 1985, usando l'asfalto della Strada statale 47 della Valsugana, non ancora aperta al traffico.

 

 Durante la Prima guerra mondiale il territorio che ora è conosciuto come Trentino divenne la retrovia del fronte Austro-Ungarico che si contrapponeva a quello Italiano dal Cevedale fino alla Marmolada, passando attraverso imponenti gruppi montuosi quali l'Adamello, il Pasubio, l'Altopiano di Folgaria e l'Altopiano di Asiago. Fu un fronte aspro, difficile per uomini e mezzi, in cui si svolsero molte sanguinose battaglie.

 

 Nelle immediate retrovie degli altipiani, all’inizio della Valsugana in località Cirè di Pergine la neonata Imperial-Regia Aviazione (k.u.k. Luftfahrtruppen) costruì uno dei suoi più importanti aeroporti, ubicato in una posizione strategica quasi baricentrica all'intero fronte su cui doveva operare, contrapponendosi da parte Italiana, anche se in posizione meno felice, a quello di Thiene. Negli hangar dell'aeroporto militare austroungarico stazionavano 42 aerei da guerra, traballanti e fragili biplani dalle grandi croci nere, pronti a decollare per andare in ricognizione o a bombardare le linee italiane poco distanti, giù, verso l'altopiano delle Vezzene, Vicenza, Verona, Bassano del Grappa.

 

 Nell'aeroporto di Cirè di Pergine operarono due famose squadriglie dell'I.R. Aviazione, la Flik 24 e la Flik 55j, in cui furono destinati a incontrarsi tre dei più famosi assi che militarono con essa: Julius von Maier e Julius Arigi (austriaci) nonché Josef Kiss (ungherese).

 

 Nei locali pubblici della zona quali bar, ristoranti ecc, si possono ammirare le fotografie storiche dell'aeroporto e dei famosi assi dell'aviazione che vi operarono. Sulle cortecce degli alberi adulti sui colli vicini, si possono ancora notare i segni inflitti dalle mitragliatrici degli aerei.

Alessandro Grotto

Pilota Austroungarico Josef Kiss di Roberto Mantiero

 

 

L’Associazione Ricercatori Storico Aeronautica Dogfight ha voluto in questo mediometraggio citare un grande Asso dell’Aviazione Austrica, che combatte nei nostri cieli ma rispettando sempre il valore è l’ardimento dell’avversario. Josef Kiss nasce a Pozsony, attuale Bratislava il 26 gennaio 1896, allora parte dell'Impero Austro-ungarico. Josef Kiss proveniva da un'importante famiglia ungherese, suo nonno era infatti il generale austro-ungherese Ernő Kiss, uno dei 13 martiri di Arad, giustiziati nel 1849. Con la famiglia andata in disgrazia suo padre si guadagnava da vivere faceva il giardiniere presso l'Accademia Militare di Pozsony. Allo scoppio del primo conflitto mondiale il giovane Josef Kiss lasciò gli studi ginnasiali, motivo che gli impedì di divenire ufficiale, partire volontario nell'Esercito austro-ungarico. Terminato il suo addestramento il 26 ottobre 1914 entrò a far parte del 72º Reggimento di Fanteria dell'esercito austro-ungarico. Il suo reggimento era schierato lungo il fronte orientale nella Galizia contro le armate zariste. Fu proprio sul fronte dei Carpazi che Kiss venne ferito gravemente in battaglia. Dopo le cure fu rimandato a casa per un lungo periodo di recupero. Proprio durante questo periodo di lunga convalescenza nacque in Kiss l'interesse per l'aviazione e il desiderio di entrare nei reparti della neonata Aviazione Imperiale e Reale austro-ungarica. Tornato al fronte Kiss fece domanda per entrare nell'arma aerea, allora in via di grande espansione. Venne accettato nella scuola di volo dell'aviazione austro-ungarica di Wiener Neustadt e di Parndorf, entrambe presso Vienna, volando a bordo di velivoli Etrich Taube. A seguito dell'addestramento nell'aprile del 1916 ricevette il brevetto e il diploma di sergente pilota. Alla fine dello stesso mese venne assegnato alla nuova squadriglia aerea Flik 24 stanziata lungo il fronte meridionale, quello italo-austriaco, inizialmente come osservatore. La squadriglia basata a Cirè di Pergine in Valsugana, operava nell'ambito dell'11ª Armata, ed era al comando dell'Hauptmann Gustav Studeny. Nella tarda primavera del 1916 Kiss compì le sue prime missioni di volo nell'area tra la bellunese e il Friuli. La prima operazione bellica avvenne il 20 giugno 1916 come pilota di un Hansa-Brandenburg C.Icon a bordo l'osservatore-mitragliere l'Oberleutnant Georg Kenzian. Nel corso di duello aereo contro un velivolo Farman, il mitragliere riuscì a colpire l'aereo italiano, costretto ad effettuare un atterraggio di emergenza. Il 25 agosto sempre ai comandi di un Hansa-Brandenburg C.I colpisce un bombardiere italiano Caproni Ca.33della 5ª Squadriglia da bombardamento, che viene costretto ad atterrare in emergenza sullo stesso aeroporto di Cirè. Il 17 settembre attacca sui cieli del trentino un bombardiere Caproni Ca.3 della 5ª Squadriglia, pilotato dal capitano Filippo Vladimiro. Il velivolo italiano, efficacemente colpito dalle raffiche di mitragliatrice sparate dall'osservatore Carl Kaizar, è costretto ad atterrare oltre le linee nemiche, in località Chizzola. Il 10 giugno ottiene la sua prima vittoria da solista a bordo di un Hansa-Brandenburg D.I con cui abbatté un caccia italiano Nieuport sul cielo di Asiago. Fino al suo trasferimento, avvenuto nel novembre 1917, presso la prestigiosa compagnia aerea da caccia Flik 55JF. Kiss ottenne sette vittorie aeree, di cui quattro terminate con l'atterraggio forzato e la seguente cattura del velivolo, iniziando ad emergere la sua figura come "Asso" dell'aviazione. Nella nuova compagnia aerea, comandata dall'Hauptmann Josef von Maier, ebbe modo di conoscere due eccellenti piloti dell'aviazione austro-ungarica; gli assi Julius Arigi e Georg Kenzian. Per la presenza di così tanti assi la squadriglia divenne nota negli ambienti militari austro-ungarici come Kaiser Staffel (ovvero squadrone imperiale), ed era dotata di velivoli Albatros D.III. A causa di non aver terminato gli studi, e per le sue umili origini familiari, gli venne preclusa la promozione ad ufficiale. Nella rigida gerarchia militare asburgica il fatto di non avere titoli accademici impediva di diventare ufficiale. Kiss volava su un aereo da caccia Albatros D.III dipinto di nero con una grande 'K' raffigurata su entrambi i lati delle ali del velivolo. Kiss continuò i suoi successi in combattimento per i quali ricevette otto medaglie in riconoscimento dei suoi meriti e del suo (spericolato) coraggio. Kiss ottenne nei successivi due mesi e mezzo fino alla fine di gennaio 1918 ulteriori dodici vittorie aeree, di cui otto in missioni di guerra insieme ad Arigi o con von Maier. Già il 27 gennaio 1918 Kiss venne ferito all'addome in un duello aereo contro due velivoli nemici, rischiando seriamente la vita, a causa del malfunzionamento e successivo inceppamento della mitragliatrice di bordo. Riuscito a sganciarsi dal combattimento, effettua un atterraggio di emergenza a Ciré dove, svenuto e sanguinante, viene trasferito presso l'ospedale militare da campo nei pressi di Trento. Snobbato dall'ufficiale medico ungherese dell'ospedale, che stava tranquillamente pranzando, in quanto non era neppure un ufficiale viene salvato dall'intervento diretto del Feldwebel Julius Arigi che minacciando fisicamente il medico lo costrinse ad intervenire immediatamente, salvando la vita allo sfortunato collega.  Il 24 maggio 1918 dopo due mesi dall'intervento, non ancora del tutto guarito dalla ferita, Josef Kiss, con altri due commilitoni, partì a bordo del suo nuovo Phoenix D.IIA (matricola 422-10) per una missione di combattimento contro aerei britannici. Decollati dal campo d'aviazione di Cirè, dopo alcune ore vennero intercettati da una grande formazione di velivoli avversari appartenenti al No.66 Squadron del Royal Flyng Corps. Durante il combattimento tra i tre aerei austro-ungarici e i 9 aerei britannici, Kiss sì trovò alla fine da solo contro sei velivoli avversari. Colpito al petto nei cieli di Lamon dal pilota canadese Gerald Birks, il suo velivolo precipitò in fiamme oltre le linee italiane. Una pattuglia di fanti ricompose la salma, che fu cavallerescamente consegnata alle truppe austro-ungariche. A ventiquattro ore dalla morte l'imperatore Carlo I decretò motu proprio la promozione di Kiss a Leutnant in der Reserve (Tenente della riserva), caso unico nella storia dell'Imperiale-Regio esercito austro-ungarico. Durante la commemorazione funebre presso l'aeroporto di Cirè, gli alleati gli diedero i massimi onori delle armi ed aerei italiani, francesi e britannici, lanciarono dal cielo una corona commemorativa, recante la scritta: "Il nostro ultimo omaggio per il nostro coraggioso avversario". Josef Kiss venne in seguito sepolto a Pergine Valsugana. Definito "Il Cavaliere del cielo" per via del suo comportamento leale e cavalleresco: aveva al suo attivo ben 113 missioni di guerra con 19 vittorie, ma tuttavia cercava sempre di risparmiare la vita all'avversario. La fidanzata di Kiss, una ragazza del luogo di nome Enrica Bonecker, visitò ogni giorno la tomba dell'amato per i successivi cinquantadue anni, fino alla sua morte. Nel 1970 la salma venne trasferita al Sacrario Militare di Castel Dante di Rovereto. La sua uniforme, gelosamente conservata dall'amata, si trova ora presso il museo della grande guerra a Borgo Valsugana. Le sue decorazioni comprendevano quattro medaglie d'argento di prima classe e tre medaglie d'oro al valore.

di Roberto Mantiero