Con il patrocinio del Comitato Regionale Veneto per le Celebrazioni del Centenario della Grande Guerra

 

 

L’iniziativa rientra nel programma ufficiale delle Commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Struttura di Missione per gli anniversari di Interesse Nazionale.

 

 

PANTERA PER SEMPRE

Di Francesco Sabini

Come molti sanno, da alcuni anni sto svolgendo ricerche sugli incidenti aerei accaduti nell'alta Valtaro, dagli arbori dell'aviazione ai giorni nostri. In queste pagine voglio ricordare e raccontare l'ultimo avvenuto in ordine di tempo tra le nostre montagne esattamente trenta anni fa....

E' venerdì mattina 27 Gennaio 1984, quando nella base militare di Istrana (TV), sede del 51° Stormo dell’Aeronautica Militare Italiana, un giovane pilota del 155° Gruppo “Pantere” si sta preparando per una missione in navigazione bbq (bassa bassissima quota) che richiede un attento studio di carte e bollettino meteo con riferimenti alla zona bersaglio alle ore 08:00/A.

Dopo aver pianificato il volo accuratamente e coscienziosamente l'aviatore si avvia al suo velivolo: ad attenderlo in pista un F-104S Starfighter, preparato dagli specialisti per tale missione. Il pilota esegue un ultimo minuzioso controllo dell'aereo, sale a bordo e, eseguita tutta la procedura della messa in moto, aiutato dal crew chief (capo-velivolo), è pronto al decollo; dopo aver rullato sulla pista si alza da terra in perfetto orario, come stabilito, alle ore 09.17/A.

La missione prevede, come sopracitato, l'esecuzione di una navigazione bbq, in configurazione tip tanks verso la dorsale appenninica, un primo scavalcamento della stessa per eseguire l'attacco simulato al casello autostradale di Pontremoli (MS), un secondo tra la Val di Magra e la Valtaro ed il ritorno attraverso la Pianura Padana alla base madre. La navigazione procede regolarmente fino alla zona dell'obiettivo e, dai contatti radio effettuati, l'aviatore non rileva e non comunica nessun problema.

Giunto all'initial point (IP), si ritrova a volare lungo il versante montuoso con valle a sinistra e cime a destra e, nonostante la situazione meteorologica sia ben diversa da come egli si aspetta, la copertura è tale da indurlo a proseguire nella navigazione bbq. La visibilità è discreta ed il sorvolo dell'obiettivo deve quindi risultargli possibile, ma poi in direzione dell'OBJ non effettua nessun tipo di attacco in quanto la copertura non gli consente di guadagnare quota per effettuare la manovra di ”IN”: sono le ore 09:30/A ed avviene l'ultimo contatto radio in cui il pilota dichiara di aver lasciato lo spazio aereo interessato.

Ora la navigazione dovrebbe procedere verso la base madre, l'ipotesi più probabile è che l'aviatore abbia realizzato che le condizioni meteorologiche in quella zona erano drammaticamente cambiate rispetto a come aveva valutato e studiato a priori: infatti su tutto quel tratto appenninico, oltre a densissimi banchi di nebbia, sta imperversando una grossa e fitta tormenta di ghiaccio e neve (da annotare anche il fatto che il bollettino meteo in corrispondenza della zona dell'OBJ gli era pervenuto dalla vicina stazione meteorologica sita al passo della Cisa)Ore 09:50/A circa, il pilota con tutto il suo coraggio, la sua determinazione e la sua professionalità decide di procedere la navigazione in bbq probabilmente per portare a termine la missione nel modo migliore possibile, forse in quegli attimi valuta la possibilità di salire “on top” (al di sopra delle nubi), ma non lo fa, è conscio che davanti a lui ci sono montagne alte da superare ed è probabile si senta in grado di superarle in condizioni di VMC (condizioni meteo per il volo a vista).

Nella stessa giornata giungono da Parma anche 16 militi dell'Assistenza Pubblica della città con due autoambulanze e sei fuoristrada -CB- dell'Alfa matta, personale esperto in Soccorso Alpino, Protezione Civile ed altri Carabinieri. E' previsto anche un arrivo in quota di un ulteriore elicottero.

Un mio ricordo di quella gelida domenica è che c'era un pallido sole che faceva scintillare la neve scesa copiosa in quei giorni e noi bambini osservavamo con apprensione gli elicotteri volteggiare tra le montagne mentre sciavamo nei prati; rammento anche che alcuni civili, tra cui mio padre Roberto, si inoltrarono tra le montagne a cercare una traccia, un segno di quell'aereo scomparso nel nulla...

Anche a scuola il giorno seguente noi alunni della IV elementare della Anna Frank di Borgotaro ricordammo quel giovane che ormai da giorni era disperso tra le nostre belle montagne: quella mattina la maestra ci fece alzare dai banchi e, la preghiera che eravamo soliti dire ogni giorno, fu dedicata a lui.

Lunedì 30 ore 12:20/A. Un elicottero del soccorso e ricerca mentre sorvola il monte Molinatico, che si erge con i suoi 1.549 mt di altezza tra i comuni di Borgotaro (PR) e Pontremoli (MS), nota nella zona, sepolti da una abbondante nevicata, i resti dell'aereo; subito viene organizzata una spedizione sul luogo, operazione che può avvenire solo via terra. Giungono sul posto anche uomini dell'esercito della Brigata Paracadutisti Folgore di stanza a Livorno, con loro anche alcuni ufficiali dell'Aeronautica Militare, tra cui due Specialisti e l'Ufficiale Tecnico del 155° Gruppo, collega ed amico del Magg. De Podestà, uno dei primi soccorritori col quale tempo fa ho avuto modo di parlare e farmi raccontare ciò che avvenne in quelle ore.

Con voce rotta dall'emozione mi disse: 'Arrancavamo tra il ghiaccio e la neve senza sosta per raggiungere la cima del monte, la fatica si faceva sentire, i paracadutisti ci facevano strada prodigandosi in tutti i modi per permetterci di proseguire... Una marcia durissima e sapevamo che probabilmente ci sarebbe stato poco da fare, ma io in cuor mio avevo ancora la speranza di trovarlo vivo, come si suol dire “la speranza è l'ultima a morire”.

Giunti sul posto si presentò davanti a noi tutta la drammaticità di quella scena, sul fianco della montagna un ampio cratere coperto dalla neve che in alcuni punti era nera, un acre odore di carburante e di bruciato avvolgeva tutta l'area e dell'F-104S non rimaneva più nulla: pezzi dell'aereo, brutalmente accartocciati, erano sparsi ovunque semicoperti dalla neve, scagliati verso la vetta, il tutto avvolto in un silenzio irreale; la classica coda a T dell'F-104S era stata scaraventata per oltre 60 metri sulla cima del monte e giaceva capovolta tra la neve ed a poca distanza da essa notai con grande sgomento i resti del seggiolino eiettabile Martin Baker IQ-7A...

In quel momento capii che per Gabriele non c'era più nulla da fare, non aveva potuto salvarsi... Nelle ore seguenti il corpo dell'aviatore, con estrema difficoltà, fu recuperato e ricomposto in una bara e fatto scendere a valle con una slitta.'. Rivivere quei momenti dal suo racconto mi toccò il cuore...

Con grande rammarico nelle valli circostanti si sparge la notizia che sono stati ritrovati i resti del velivolo e purtroppo tra essi il corpo senza vita del Magg. Pilota Gabriele De Podestà, che viene trasportato nella città di Treviso, dove il 31 gennaio nel Duomo gremito vengono svolti i funerali a cui intervengono autorità civili e militari; la salma è poi trasportata a Sappada (BL), paese natio dell'aviatore, dove il giorno successivo viene svolto un altro funerale e dove viene tumulata.

Quel tragico giorno lascia una giovane moglie ed un bambino di quattro anni.

Nella primavera 1984, a disgelo avvenuto, vengono recuperati da parte dell'Aeronautica Militare alcuni resti dell'aereo con l'aiuto di un elicottero e, nel medesimo periodo, familiari ed amici collocano due distinte lapidi a ricordo di quella tragedia, ancorandole ad una roccia che sorge a pochi metri dal cratere: una costruita artigianalmente in ferro, l'altra donata dagli amici in marmo rosa proveniente dal monte Peralba, facente parte delle Dolomiti di Sappada (BL), come già detto paese natio dello sfortunato pilota.

Sono andato più volte nel corso degli anni in quel luogo ed ultimamente avevo notato che le due lapidi portavano i segni delle intemperie e del tempo trascorso, così qualche anno fa, con l'aiuto di mio nipote Nicolò, con molta pazienza ho cercato di ridare luce ai due monumenti commemorativi: al termine, un attimo di silenzio, una preghiera ed un mazzo di fiori a ricordo di quel giovane che perse la vita nell'adempimento del dovere. Ora entrambi spadroneggiano lassù tra la pace della montagna ed impongono a chi ci vi si imbatte un segno di rispetto per chi non c'è più.

Il 32enne Magg. Pilota Gabriele De Podestà era nato a Sappada (BL) il 29 Dicembre 1951. Era molto conosciuto e stimato nell'Aeronautica Militare, era già stato C/R CRO e CBR ed in quel periodo era in fase di addestramento per la combat readiness CBOC; al suo attivo aveva un totale di 1.698 ore di volo, di cui 533 sull'aereo F-104S ed aveva perciò una notevole esperienza complessiva; era inoltre dotato di una notevole serietà professionale e dedicava molto tempo allo studio delle missioni per portarle a termine nel miglior modo possibile. Dal 1980 al 1983 aveva fatto parte del 313° gruppo addestramento acrobatico Frecce Tricolori, la pattuglia acrobatica più numerosa, prestigiosa ed abile al mondo, che proprio in quegli anni si esibì con successo in tutto il pianeta con i nuovi aerei MB339. Il Magg. era un vero asso della nostra aeronautica.

L'aereo era l'F-104S 51-44 mm 6752 e faceva parte del 51°stormo 155°gruppo “Pantere”. Nell'impatto contro la montagna scavò un ampio cratere molto profondo, largo oltre un decina di metri: quella ferita è ancora ben visibile, frammenti e rottami si notano tuttora nel luogo dell'incidente. Aeritalia F-104S Starfighter è stato un aereo monomotore supersonico multi-ruolo, caccia intercettore ogni-tempo, d'attacco e d'assalto, ricognitore e d'addestramento con ala trapezoidale. Derivato da studi di progettazione della Lockheed su un "Super Starfighter", l'F-104S è stata una delle migliori varianti della serie F-104 costruita in Italia e destinata ad essere l'ultima in servizio in tutto il mondo.

Venne data in dotazione all'Aeronautica Militare divenendone la colonna portante dalla fine del 1960 fino agli inizi del 21° secolo ed è stato lo sviluppo finale della linea Starfighter. L'F-104S (aggiornato alla variante ASA/M) è stato ritirato dal servizio in Italia nel mese di ottobre del 2004. Tale aereo aveva una lunghezza di 16,7 mt ed un'apertura alare di 7,64 mt, era alto 4,11 mt ed il suo peso a vuoto era di 6 760 Kg, poteva volare ad una velocità massima di 2.330 Km/h, con un'autonomia massima di circa 3000 Km ed era spinto da un motore turbogetto General Electric J79-GE-19 ED; era armato con un cannone M61 Vulcan da 20 mm con 725 colpi e poteva trasportare bombe (max 7) e missili (max 8), i quali potevano essere di tipo AIM-9 Sidewinder, AIM-7 Sparrow e Aspide.

Ad onor di cronaca va ricordato che contro un fianco dello stesso monte 41 anni prima, durante la seconda guerra mondiale nel Novembre 1943, a soli 3,13 Km a nord-ovest rispetto a dove si schiantò l'F-104S, si disintegrò un bimotore alleato inglese Vikers Wellingon, durante una missione di bombardamento a lungo raggio, decollato da una base britannica del nord-Africa, con obiettivo alcune fabbriche nella zona del Torinese: anche in quest'occasione l'equipaggio, composto da 5 giovani di età compresa tra i 21 e i 26 anni, morì tragicamente. Entrambi gli episodi sono stati documentati con foto e reperti avio nella Mostra di Archeologia Aeronautica che ho allestito il 12 agosto 2012 per commemorare i 48 aviatori che persero la vita sulle montagne dell'Alta Valtaro.

Ringrazio di cuore Silvia, moglie del Magg. Pil. Gabriele De Podestà, per aver gentilmente concesso la stesura di questo mio scritto, Raffaele Visintini, nipote dello stesso, per avermi dato alcune foto scattate all'epoca, l'amico Ufficiale Tecnico che a quel tempo era Capo Sezione Tecnica del 155° Gruppo Pantere e tutti i testimoni diretti ed indiretti che mi hanno aiutato a ricostruire questa triste vicenda.

Dedicato al Magg. Pilota Gabriele De Podestà ricordando che 'Un pilota quando cade non muore... vola via'!

 
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